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Perché dormiamo sempre meno?

Cattive abitudini che alterano i meccanismi fisiologici del sonno

La dilagante mancanza di sonno nella popolazione dei paesi sviluppati è determinata da cattive abitudini, da alterazioni dei meccanismi fisiologici che inducono il sonno, da altre patologie concomitanti, o da più fattori contemporaneamente. È ampiamente dimostrato dalla letteratura scientifica che i disturbi del sonno possono avere rilevanti ripercussioni negative sull’umore, la longevità e la produttività, oltre che contribuire allo sviluppo o all’aggravarsi di altre condizioni patologiche come l’ipertensione, le cardiopatie, il diabete, la depressione e il cancro. Secondo uno studio prospettico sull’evoluzione dei disturbi del sonno compiuto da Lisa Matricciani, ricercatrice all’Università dell’Australia Meridionale ad Adelaide, dal 1905 al 2008 la popolazione mondiale ha progressivamente ridotto di anno in anno il tempo dedicato al sonno nell’arco delle 24 ore.

Da un punto di vista medico generale il problema, spiega il New Yorker, in sostanza non è che ci alziamo troppo presto ma che andiamo a dormire troppo tardi. In molti casi il motivo per cui abbiamo difficoltà a prendere sonno ha una componente genetica. Alcuni, per esempio, si trovano “sfasati” rispetto agli orari di riposo della maggior parte delle persone a causa di un disturbo del ritmo circadiano, quello che regola i cicli sonno-veglia: questo disturbo a sua volta è spesso causato da un’insufficiente produzione di melatonina, l’ormone che ci induce ad addormentarci, o dall’assenza di recettori specifici.

La risposta ha più a che fare con le nostre abitudini in materia di “igiene del sonno”, spiega il New Yorker. Sostanze come nicotina, caffeina e alcol, per esempio, hanno un effetto tanto più negativo sulla quantità e qualità del nostro sonno quanto più vengono assunte in prossimità del momento di andare a dormire. Ci addormentiamo con più difficoltà, inoltre, quando mangiamo troppo e/o troppo tardi, e anche quando non facciamo regolarmente esercizio fisico.

Ma uno dei fattori più determinanti nella diffusione dei disturbi del sonno e delle cattive pratiche di igiene del sonno in generale è la prolungata e sempre maggiore presenza della luce artificiale durante le ore notturne.

Il problema è che questo nostro meccanismo naturale di preparazione al futuro viene costantemente “ingannato” dalle emissioni di luce blu (o luce a onde corte) prodotte dai dispositivi elettronici – televisione, smartphone, tablet – che spesso utilizziamo fino a tarda sera e che il nostro ritmo circadiano interpreta come luce del giorno. In pratica è come se posticipassimo continuamente il segnale che dice al nostro cervello che è ora di andare a dormire, con il risultato di ottenere energia aggiuntiva piuttosto che produzione di melatonina.

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